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Come la contemplazione non è assenza di attività, così la serenità non è mancanza di passioni, ma l'equilibrio armonico tra di esse. L'otium era, per i Romani, il riposo dalle pratiche consuete e come tale includeva anche la vita contemplativa. Giustificando il suo ritiro dalla politica, Seneca sostiene nel "De otio" che la contemplazione è pur essa un'azione. Noi aggiungeremmo che è l'azione per eccellenza, perché contempla tutte le azioni, nel duplice senso di "osservare" e "contenere". Nel "De tranquillitate animi", poi, vedremo che la serenità non esclude la partecipazione alla vita attiva e anzi in certi casi (stati di ansia, malinconia, noia) si può conseguire proprio nell'impegno sociale. In realtà sono tre i generi di vita fra cui si discute quale sia il migliore: il primo si prefigge il piacere, il secondo la contemplazione, il terzo l'azione.